19 aprile 2007

i Simpson compiono 20 anni

NON SONO BELLI.

NON SONO BUONI.

NON SONO IN CARNE ED OSSA.



GIOVEDI' 19 APRILE
“I SIMPSON”
COMPIONO 20 ANNI
IL CARTOON-CULT DI MATT GROENING CELEBRATO AL PROSSIMO
"TELEFILM FESTIVAL" DI MILANO

Sono una famiglia dall’aspetto grottesco: cinque mostriciattoli dalla pelle gialla, gli occhi come palline da ping-pong, la mascella quadrata, la bocca sguaiatamente aperta, dalla quale escono parole e suoni non sempre comprensibili.
Sono “I SIMPSON”, la famiglia meno politically correct dell'immaginario cartoon che giovedì 19 aprile celebra un compleanno storico: 20 anni. Una data epocale della televisione tutta, che rende "I SIMPSON" la serie animata più longeva del piccolo schermo in attesa di vedere trasmessa a maggio la 400esima puntata della serie in America e in vista del debutto al cinema previsto per luglio nelle sale americane.
Smashing pumpkins

In Italia, la celebrazione più importante avverrà nel corso del "Telefilm Festival", dall'11 al 13 maggio a Milano, nelle sale dell'Apollo SpazioCinema, dove accorreranno i fans da tutta Italia per assistere alla maratona di episodi cult e inediti, vedere in anteprima esclusiva uno spezzone del film in uscita a luglio in America e cibarsi delle frittelle originali ingurgitate da Homer nel corso del serial-cartoon. Oltre che farsi fotografare con i maxi-pupazzi viventi originali della Fox di Homer e Bart, venerati in tutto il mondo come vere e proprie rockstar e accanto ai quali ci si accalca per farsi una foto-ricordo.

U2

Della famiglia più sui generis dell'immaginario, ne fanno parte un “pokerissimo” di protagonisti nerds, cinici oltre ogni immaginazione televisiva, più credibili (e simpatici) di qualsiasi personaggio “buonista”.
Il capo-famiglia Homer è un campione di mediocrità: inetto custode di una centrale nucleare, non riesce a ottenere rispetto dai suoi familiari, figuriamoci dai colleghi…!
La moglie Marge è una casalinga con l’hobby di modificare la propria capigliatura azzurra iper-cotonata, nella quale nasconde a piacimento denaro e preziosi come in una cassaforte. Il 47 di piede non le impedisce di volare con la fantasia.
Il primogenito Bart (anagramma di brat, ovvero monello) è una vera peste, fierissimo di essere l’ultimo della classe; falso, imbroglione, egoista, è sempre pronto a dare il peggio di sé.
La piccola e vanitosa Lisa suona il sax tra un pettegolezzo e l’altro, quando la bocca prende fiato.
Maggie ha solo pochi mesi ed emette i suoni più strani, eterna succhiatrice di un ciucciotto stereofonico.

Reh HOt chili peppers


Giunto al suo diciottesimo ciclo, trasmesso in Italia su Italia 1 e su FOX, il cartoon-cult ideato da Matt Groening ha esordito per la prima volta il 19 aprile del 1987 sulla Fox, come una sorta di "tappabuco" del palinsesto all’interno del Tracey Ullman Show, con l'episodio "Good Night": un successo tale da spingere i dirigenti del network a dedicargli uno spazio tutto suo a partire dal 1989.



Puntata dopo puntata la serie conquista pubblico, ma anche l’attenzione dei critici televisivi, di psicologi, sociologi, fumettisti; l’industria del marketing inizia a farci un pensierino e comincia a sfornare gadgets a ripetizione. Nel frattempo i giornali si chiedono i perché del successo di una famiglia irriverente, in un serial sarcastico e pungente travestito da sit-com, che stravolge i crismi dell’american way of life alla stessa stregua della Famiglia Addams, con un capo-famiglia che sembra la versione cartoon di Arcibaldo o un parente anni '’90 di Fred Flinstone. Riviste prestigiose come Tv Guide, The Face, Rolling Stone e Newsweek dedicano le loro copertine ai “Flinstones dei giorni nostri”. In particolare, Newsweek commenta il loro avvento come “a prodigy of pop culture”.

ramones



Nel corso delle stagioni, fuori dalla porta dei Simpson vengono recapitate numerose riconoscenze: 23 Emmy Awards, 6 ASCAP Awards, 7 Annie Awards, 3 Genesis Awards, 3 International Monitor Awards, 3 Environmental Media Awards, un Peabody Award, un GLAAD Media Award, un American Comedy Award.
Nella loro casetta di Springfield hanno bussato numerose guest-star, stilizzate dalla matita ma doppiate dagli “originali” in carne ed ossa. Tra gli altri volti famosi che si sono succeduti nel corso delle stagioni: i Rolling Stones, gli U2, Barry White, Stephen King, Paul Newman, Bob Hope, Liz Taylor, Michael Jackson, Tony Blair, Rupert Murdoch, Glenn Close, Jack Lemmon, Kirk Douglas, James Brown, Meryl Streep, Kathleen Turner, Dustin Hoffman, Danny DeVito, Jerry Lewis, Mel Gibson, John Waters, Stephen Hawking, Richard Gere, Magic Johnson, Meryl Streep, Michelle Pfeiffer, Paul McCartney, Ringo Starr, George Harrison, i Red Hot Chili Peppers, gli Smashing Pumpkins, Sting, Elton John, gli Aerosmith, Susan Sarandon, i Ramones, Little Richard, Tony Bennett, Tom Petty, Lenny Kravitz, Elvis Costello, Bob Denver, Johnny Cash, Peter Frampton, Winona Ryder, Tim Robbins, Bette Midler, David e Kiefer Sutherland, James Caan, Rod Steiger, Hugh Hefner, Gore Vidal, Johnny Carson, Larry King, Jay Leno, Jerry Springer, Michael Moore, David Crosby, Roger Daltrey, Tom Jones, David Byrne, Jackson Browne, Michael Stipe, Justin Timberlake, Cyndi Lauper, Tito Puente, Meg Ryan, Brooke Shields, Drew Barrymore, Reese Witherspoon, Ben Stiller, Pierce Brosnan, Michael Keaton, Edward Norton, Steve Buscemi, Mel Brooks, Dolly Parton, Anne Bancroft, Alec Baldwin, kim Basinger, Andre Agassi, Pete Sampras, Venus e Serena Williams, Larry Hagman, Leonard Nimoy, Ron Howard, Henry Winkler….per non dimenticare David Duchovny e Gillian Anderson (alias gli agenti Mulder e Scully di X-Files) in una puntata ai confini della realta’ cartoon...E le "nostre" Isabella Rossellini e Maria Grazia Cucinotta (rispettivamente, nella decima e diciassettesima stagione).



Ritratto anticonvenzionale – se non sovversivo – di una famiglia media americana dove imperano frustrazioni, invidie e litigi, il serial rifugge da qualsiasi retorica per affrontare la vita di tutti i giorni con gli occhi a palla di Homer e famiglia. Nel traffico come al lavoro, a scuola come in casa, con i vicini come con personalità di spicco, i cinque protagonisti subiscono delusioni e sconfitte a catena. Tuttavia, per quanto pieni di difetti, i Simpson denunciano un affetto reciproco quasi inaspettato: alla fine di una giornata dura e faticosa Homer si stende sul letto accanto a Marge e tra i capelli cotonati le sussurra “lo sai che ti amo”…


Con il traguardo delle 400 puntate (in onda il 20 maggio in America), “I SIMPSON” batte un altro record e assume il titolo di serie animata più longeva della storia della televisione americana. Chi pensa che la produzione sia facilitata dalla mancanza di protagonisti “umani” si sbaglia: ogni episodio implica dai sei agli otto mesi di post-produzione. Oltre ad essere l’ideatore, Matt Groening firma quale produttore esecutivo in compagnia di Mike Scully (che ha passato la sua adolescenza nella vera Springfield) e di James L. Brooks, già autore di serie televisive di successo come Mary Tyler Moore Show, Lou Grant e Taxi.
Che "I SIMPSON" abbiano travalicato il piccolo schermo per entrare a far parte della cultura e della società, lo dimostrano i tanti esempi di cronaca in giro per il mondo. Se un americano su cinque conosce a memoria tutti i nomi dei membri della famiglia cartoon, solo uno su mille sa quali siano le cinque libertà d'espressione garantite dal Primo Emendamento della Costituzione degli stati Uniti. Mentre un sondaggio della BBC del 2003 ha eletto Homer Simpson "l'americano più amato del mondo" (battendo il padre della patria Abraham Lincoln, Martin Luther King e il leggendario presidente Thomas Jefferson), una ricerca del Science Museum di Londra ha stabilito che i bambini inglesi vorrebbero sempre Homer quale insegnante di scienza ideale per spiegar loro concetti talvolta troppo astratti. Le vette del fanatismo hanno spinto due seguaci sfegatati di Londra a sposarsi nel luglio del 2004 travestiti da Homer e Marge (lui pantaloni blu elettrico e camicia bianca mezze maniche, lei con un turbante di lana color pervinca alto 60 centimetri e collana di perle rosse), mentre nel 2001 le espressioni tipiche del cartoon di Groening sono intrati di diritto nel prestigioso Oxford English Dictionary, "Doh!" in testa. Nel 1998 Bart Simpson è finito sulla copertina del prestigioso "TIME" al vertice della Top 20 dei "più grandi del secolo", superando Topolino nel campo delle arti e dello spettacolo del Novecento. In Italia le maratone cinematografiche di 24 ore de "I Simpson" organizzate a Milano, Bologna, Firenze e Roma sono state prese d'assalto da migliaia di fans e quando il pupazzone di Homer, convocato per l'occasione, è scomparso per alcuni giorni, si è scatenata una caccia degna di "Chi l'ha visto?". Difficile, in effetti, rimanere senza il capo-famiglia più strambo e amato del piccolo schermo...

1 commento:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.