07 aprile 2014

Esce "Rewind: le due vite di Kurt Cobain" di Vera Spadini. Un futuro scritto e sereno per il cantante dei Nirvana?

Rewind: le due vite di Kurt Cobain è il titolo del primo romanzo di Vera Spadini. Nota come inviata di Sky (Skytg24, Skysport, X Factor) Vera è una grande appassionata di musica e alla proposta di Emmeeerre Letterature ha risposto con entusiasmo: Cobain! Se Kurt non fosse morto? Come sarebbe andata? Non lo possiamo sapere ma Vera regala a piene mani ciò che Kurt non è riuscito ad ottenere in vita attraverso fama e successo: la serenità.


Questo è il link per scaricare l'e-book (1,79 euro)

Ne ho parlato con Vera nell'intervista che potete leggere qui sotto e ne ho fatto un articolo della mia rubrica Music Emoticon su Cosmopolitan

Com'è nata l'idea di scrivere un libro e perché Kurt Cobain?

A volte il destino fa sì che i sogni si realizzino attraverso le passioni. Le mie passioni sono il calcio e la musica. Parlando di musica all’interno di una trasmissione sportiva di Sky, Calciomercato, sono stata notata da Emmeeerre Letterature, che cercava un’autrice per un nuovo progetto: un romanzo ucronico dedicato a un musicista, che non è mai stato scritto (finora i romanzi ucronici hanno come protagonisti solo personaggi storici). La scelta era tra Kurt Cobain e Jimi Hendrix… Due grandissimi, ma ho vissuto in prima persona gli anni ’90, adoro i Nirvana, e quindi la scelta non è stata difficile

Qual'è la cosa che più ti colpisce della sua storia?

La sofferenza che lo ha accompagnato per tutta la vita. Dopo il divorzio dei genitori, quando aveva 9 anni, Kurt è cambiato: da ragazzino allegro e casinista è diventato chiuso e introverso, entrando in un vortice che lo ha trascinato sempre più in basso. Ha iniziato a vivere da parenti, amici, per strada, in macchina, nelle sale d’aspetto degli ospedali (lui dice anche sotto il ponte di ‘Something in the way’, ma i suoi amici non hanno confermato…). Si è buttato nella droga, sempre di più. Ha trovato la sua consolazione nella musica, il suo vero amore. La musica che lo ha salvato e condannato: ha raggiunto il successo che ha cercato con tutto sé stesso, e poi non ha retto. Un essere fragile, che non è mai stato felice. Questo mi ha colpito.

E' perché ti piacciono le storie a lieto fine che hai romanzato e reso felice la vita di Kurt?

Ho voluto regalargli un po’ della serenità che non ha mai avuto… Ma non è esattamente un lieto fine… però non lo posso svelare!

Ti è capitato di cambiare idea sul "suo conto" facendo ricerche più dettagliate sulla sua vita?

Ho scoperto che non c’era solo rabbia, ribellione, rifiuto delle ingiustizie e delle apparenze sociali in lui – cosa che emerge dai suoi testi. Leggendo bio e i suoi Diari ho scoperto anche una profonda sensibilità e dolcezza; una ricerca disperata di amore e l’incapacità di esprimerla. E poi una grande ironia e intelligenza. Nonché cultura. Sapevate che  Kurt Cobain amava Shakespeare?

Senti di avere fatto un regalo al ricordo che lui ci ha lasciato di ragazzo straziato dalla rabbia e dalla sofferenza?

Mi piacerebbe tanto…

In cosa vi assomigliate tu e lui?

L’amore per la musica. Con  una ‘piccola’ differenza: lui era un fenomeno e io no… E poi nella sensibilità, nel modo di vivere troppo intensamente ogni situazione o persona.

Qual'è la sua canzone che preferisci?

"Smell Like Teen Spirit" è un manifesto. "Something in the way" un pianto. "Pennyroyal tea" un ruggito contro. "The man who sold the world" una delle poche cover meglio riuscite dell’originale… ti dico queste 4, anche se la scelta è dura.

Ti sei mai chiesta che rapporto avreste avuto se vi foste frequentati ( intendo se lui fosse per esempio italiano e avesse frequentato il Rock n Roll di Milano), ci avresti giocato a calcetto?
Sì, diciamo calcetto… (ride, ndr ahahah) ci sarei stata io al posto di Courtney Love… dai, lasciamo sognare!

Che effetto ti ha fatto scrivere un romanzo?

E’ stata un’esperienza bellissima. Come dicevo, un sogno che si è realizzato attraverso la passione per la musica. E poi una grande sfida a livello giornalistico. Non è la stessa cosa scrivere servizi e capitoli. Ho studiato tecniche nuove. Se con buoni risultati me lo direte voi…

Hai idee per un secondo libro?

Un romanzo epistolare…

Questo e-book è già piazzato molto bene nelle classifiche di vendita. Costa 1,79. In bocca al lupo!




27 marzo 2014

Lo smartphone di Aladino? Sconnettetevi per riconnettervi.

In occasione dell' Earth Hour del prossimo 29 marzo Durex ha lanciato una campagna che condivido in pieno, pur essendo funzionale ad un'azienda per vendere i suoi prodotti.

E' scandita dall'hashtag #TurnOffToTurnOn. Il messaggio è chiaro: "sconnettetevi per riconnettervi" in pratica: "meno accessi e più amplessi.

Come non essere d'accordo?

Sono rimasto però molto colpito dal dato che l'azienda ha raccolto in una sua indagine. Come riportato dall'Huffington Post, pare che il 5 % degli interpellati controlli il proprio profilo social mentre sta facendo l'amore. Il 10% invece ha ammesso di aver scritto un sms.

L'articolo parla della tendenza che tutti abbiamo di essere multitaskin, ossia capaci di fare più cose contemporaneamente e in luoghi dove prima non era possibile.

Siamo sicuri che sia un bene? Davvero stiamo ottimizzando? Sicuri che è sempre per "lavoro"?

Cosa spinge la maggior parte di noi a consultare in modo così febbrile i nostri social? Facebook ergo sum? Pensiamo davvero che lì dentro ci sia la risposta alle nostre sofferenze, la compagnia alla nostra solitudine o il nutrimento a qualsiasi nostra fame? Lo smartphone poi sembra diventato una specie di lampada di Aladino. Avete fatto caso che per accedere ai suoi servizi si usano sempre meno tasti e sempre più "sfregamenti".

Io credo che la tecnologia risponda alle nostre esigenze. Siamo sempre più impegnati a fare più cose contemporaneamente e velocemente. Questo ci fa essere sempre occupati, attivi e ci fa sentire vivi, ma ci proietta verso un corto circuito che quasi ci auguriamo. Una volta in tilt avremo un motivo in più per passare da martiri del nuovo millennio e poter dare ancora una volta la colpa al lavoro e alla vita frenetica di questi tempi moderni che ci logora e distrugge…. odddio come faremooo????

Caaaalmaaaaa.

Un giorno una mia ex fidanzata mi definì come uno che aveva una vita veloce e la cosa quasi mi riempì di orgoglio, perché faceva molto James Dean o Guns n Roses. Poi mi resi conto che in realtà mi accorgevo di meno della metà di quello che facevo, non avevo mai idea di che cosa regalare ai miei amici, non avevo la sensibilità di provare emozioni che non fossero "forti" e mi stavo perdendo un sacco di belle cose, consumando un sacco di energia.

Rallentare è difficile, perché potrebbe costringerci a guardare dentro a quello dal quale si "scappa". Ovviamente nella maggior parte dei casi non è piacevole, ma credo aumenti la possibilità di conoscerci meglio, di provare il piacere di guardare una persona amata negli occhi, di capire, di sentire e di trovare un sacco di risposte o ottenere un sacco di suggerimenti per la nostra vita in modo sorprendente. Non è un caso che di solito si trovi qualcosa proprio mentre non lo si sta cercando assiduamente?

Meno contatti e più contatto!


26 marzo 2014

L'età del successo. Gabriele Cirulli a 19 anni crea un gioco che fa impazzire il mondo.

Gabriele Cirulli ha 19 anni ed è di Gorizia. Come riportato dal Corriere, ha inventato un puzzle game che in tre settimane è stato giocato da 3 milioni di persone in tutto il mondo e i suoi follower di twitter sono passati da 100 a 8000. Si chiama 2048.

Gabriele non sembra voler cavalcare l'onda di questi eventi e sarà poi lui a vedersela con le sue capacità e con le migliaia di offerte di lavoro che sta ricevendo da tutto il mondo per aver inventato un passatempo.

Certo che questo è un bel colpo al romanticisimo dietro al quale noi che abbiamo vissuto parte della nostra vita senza il livello tecnologico che c'è ora ci nascondiamo. Una bella scusa per celare la nostra incapacità a far fruttare bene le nuove risorse tecnologiche.

Gabriele ha programmato la sua prima pagina web che era alle elementari. Hey, sento le voci dei nati prima degli anni ottanta: UNA PAGINA WEB ALLE ELEMENTARI??? DATEGLI IL NOBEL!!!

E' abbastanza evidente che i giovani d'oggi non sono degli alieni superdotati, e che chiunque ha avuto e  ha la possibilità di inventarsi nella propria vita un successo interplanetario che renda migliore il mondo, sia interno che esterno (grazie Bill), ma il fatto che ci sia riuscito un ragazzo di diciannove anni e non uno dei super geni del momento fa come al solito fare qualche riflessione.

Dato il mio vissuto, una delle prime domande che mi faccio è: non sarà che fatichiamo ad evolvere e ad abbandonare il nostro "momento d'oro"? Domanda retorica, lo so. Esistono le possibilità per avere tantissimi "momenti d'oro" nella vita, ma di solito ci focalizziamo sempre sul cercare di riviverne uno in particolare nel nostro passato o ci impuntiamo per cercare di ottenere esattamente quel momento d'oro che nell'infanzia non siamo magari riusciti a raggiungere.

Raga così però ho l'impressione che si rischia di finire a a 45 anni con i pantaloncini corti, la palla sotto il braccio al parchetto dicendo "giochiamo a palla?"
Se c'è un modo per riuscire ad adeguarsi in modo semplice ai tempi che corrono è sganciandoci da quel passato che è "successo" secondo me. Sono convinto che porterà ad ottenere un nuovo "successo" e permetterà a ciò che nel frattempo è successo di indirizzarci verso qualcosa di realmente gratificante.

Detto questo... "bella Gabry!", in bocca al lupo, occhio a non farti fottere e continua a far lavorare liberamente il tuo cervello. Ti auguro che in futuro tu non rimanga legato al "successo" del tuo puzzle game… in tal caso anche per te varranno le mie riflessioni.

Il successo non ha età, colore, forma.
Il successo è successo.
Il successo succede.

Fonte


21 marzo 2014

Social Happiness day, un esprimento che mi piacerebbe fare.

Niente è come sembra? L' impressione è che se qualcosa deve sembrarci al giorno d' oggi, ci sembra negativa e nera. Il prof Ricolfi dice che rispetto a 30 anni fa ci sono comunque dei livelli di benessere e tutele che fanno pensare che nonostante la recessione stiamo meglio oggi, ma forse non ce ne accorgiamo?

Io credo che la verità stia nel mezzo. Non mi sento di parlare di cosa si possa fare a livello politico ed economico, ma credo che se sto "presomalismo" non proviamo a levarcelo un po' di dosso eliminiamo noi stessi, senza poter incolpare le istituzioni, la possibilità di tentare qualcosa di diverso anche se spesso sembra impossibile.

Le rivoluzioni migliori sono quelle che partono dal basso, anzi da dentro.

Già soltanto svegliarmi ogni mattina e aprire facebook e leggere un continuo susseguirsi di lamentele su lamente negli aggiornamenti di stato che non fanno altro che alimentare altre lamentele certo non mi mette lo sprint per affrontare la giornata. Ok posso anche non guardare fb alla mattina, ma il mood di chi mi circonda è comunque quello. Non vi è mai capitato di seguire un po' il mood dei precedenti aggiornamenti negativi scrivendone uno di conseguenza?

Del resto pare che siamo molto più bravi a soffrire che a ricercare la serenità o la felicità. Preferiamo essere disillusi perché tra l'altro fa pure più figo che invece farsi qualche domanda in più o magari darsi qualche risposta un po' più onesta dove ammettiamo che su certe cose potremmo anche rimetterci in discussione senza apparire degli sfigati, ma delle persone che evolvono.

E' chiaro che uno ha il diritto di potersi lamentare e ci mancherebbe, ma attenzione: un eccesso di lamentela non fa bene a noi prima di tutto perché finito lo sfogo ricominciamo da capo e partiamo con pensieri circolari che scavano dei solchi dentro di noi, ci tolgono le forze, il sonno non facendoci reagire, né agire.

Cosa succederebbe se svegliandoci un mattino leggessimo solo messaggi positivi. La nostra parte cinica  partirebbe dando dei coglioni a tutti, ma magari se fossimo tutti d'accordo a fare un piccolo sforzo magari no.

Mi rendo conto che per molti di noi abbandonare ironia, cinismo od ostentazione di benessere fittizio  sia inimmaginabile però è possibile. Basterebbe anche solo scrivere qualcosa di positivo o comunque di non negativo e perché no, magari di sincero.

So che si ha paura di sembrare dei deboli, ma mica sto parlando di scrivere il pensierino della sera dedicato a quanto vuoi bene alla mamma o a creare un social network per boy scout. Sono anche io incazzato nero per un sacco di motivi, ma proprio per questo credo sia il caso di fare qualcos'altro. Sto parlando di scrivere qualcosa di positivo che ti riguarda. Così anche solo per fare l'esercizio di trovare cose positive nella vita che abbiamo… potrebbe alleggerirci, farci magari sorridere un po' e magari stimolare la vitalità e perché no l'ingegno per fare ALTRO che è l'unica via che abbiamo per "migliorare".

Ce lo inventiamo allora un Social Happiness day?

20 marzo 2014

Happiness day: Ho scelto cinque canzoni per Cosmopolitan.

Da un po' di tempo ho una rubrica chiamata Music Emoticon (http://www.cosmopolitan.it/time-out/Music-Emoticon) su Cosmopolitan dove scrivo articoli che fondono due tra le mie passioni ossia la musica e il rapporto con noi stessi, che navigano quotidianamente di pari passo.

Oggi in occasione della "giornata della felicità", così come accadde a San Valentino (http://www.cosmopolitan.it/sex-love/San-Valentino/Non-sai-come-parlare-con-lui-Dillo-con-i-Guns-n-Roses") mi hanno chiesto di suggerire alle lettrici 5 canzoni a tema e da buon dj ne ho fatto un piccolo percorso danzereccio.

Nei prossimi giorni però ho intenzione di ritornare sull'argomento "social happiness" stay tuned. Intanto spero che vi piaccia la mia "playlist"!

http://www.cosmopolitan.it/time-out/La-colonna-sonora-per-la-giornata-della-felicita#01



19 marzo 2014

Edo Rossi feat Luca Verri - It's Just a ride di Bill Hicks

Ecco la  versione italiana di "it's just a ride" il video della canzone-tributo dedicata al comico Bill Hicks recitata e riarrangiata in versione acustica da me con Luca Verri al piano. 



La versione originale è uscita il 26 febbraio 2014 in occasione del ventennale della scomparsa di Bill, e si tratta di uno degli gli sketch più profondi, speranzosi e toccanti musicato ed interpretato dai The Goat Boys.

Sono passati più di vent'anni, ma le parole di Bill rimangono un bellissimo messaggio d'amore per tutti, ed un attualissimo incoraggiamento per affrontare le difficoltà del giorno d'oggi.

"La vita è come un giro in giostra in un parco di divertimenti (...) possiamo cambiare le cose in qualunque momento. È solo una scelta. Niente sforzi, niente lavoro, niente occupazioni, niente risparmi o denaro. Una scelta, proprio ora, fra paura e amore."
(Bill Hicks -- It's just a ride).

12 marzo 2014

Hicks Factor.

Conoscete il comico Bill Hicks?

In Italia si fece il suo nome in occasione della vicenda Luttazzi, quando il comico italiano venne "oscurato" per battute che fecero arrabbiare l'allora Presidente del Consiglio. Per screditarlo si disse che alcune delle sue gag erano state rubate al repertorio di un americano tal Bill Hicks.
Di una cosa possiamo essere certi: in Italia non c'è la "sportività" da parte dei politici di "incassare" come quella degli americani… a parte forse per l'on. Razzi che sta diventando una superstar dello scempio sintattico e concettuale.

Recentemente sono stato coinvolto in un progetto tributo, una band chiamata The Goat Boys, per trasformare in canzone uno dei suoi sketch più toccanti. Ho scoperto un mondo. Sono andato a riguardare su youtube i suoi spettacoli e mi sono subito appassionato. Un comico irriverente, cinico, diretto, ma anche piuttosto filosofo. E' considerato tra i migliori dieci stand up comedian americani e dato il suo stile piuttosto rock è stato citato da band come Faith No More, Radiohead e dai Tools i quali gli hanno dedicato un disco intero "Aenima".

Marco Centonza dei Killer Sound nonché amministratore della comunità italiana dedicata a Bill, ci ha quindi invitato in sala prove per questo progetto. Per facilitarci l'apprensione della struttura della canzone, ha preparato delle belle fotocopie con il testo e gli accordi, un po' come nei libricini che ti porti in spiaggia per suonare ai falò. Il mio occhio è però inevitabilmente scivolato sul testo che pur non essendo di mia competenza mi ha incuriosito prima e coinvolto poi…

Frasi tipo: "The world is like a ride in an amusement park" oppure "Just a simple choice, right now, between fear and love".

Mentre definivamo gli ultimi ritocchi ho proposto a Marco di farne anche una versione in Italiano, per permettere al contenuto di arrivare in modo più diretto ai nostri connazionali visto che secondo me, ma anche secondo lui, quello di Bill è un bel messaggio da trasmettere... soprattutto in momento come questo. Lui mi ha controproposto di occuparmi direttamente del riarrangiamento, dell'adattamento italiano e del cantato, o meglio, del parlato.

Il video della versione originale ha da poco superato le 1700 views, la versione italiana la pubblicheremo settimana prossima.

Emozioni+++



01 marzo 2014

Edo Rossi parla del suo libro, del trauma superato a seguito della chiusura di Rock Fm, di rock autoghettizzato e di radio nell'era del web.

Edo Rossi a Radio Centro Fiuggi parla del suo libro "Rock Fm: "La Radio, La Vita" e non solo...

Alcune citazioni dall'intervista:

Su quanto sia stato doloroso ripercorrere la vicenda...
"Il miglior modo per risolvere un trauma è affrontarlo per quanto possa essere o sembrare doloroso"

Su come il rock si senta vittima del sistema...
"Il rock non dimentichiamoci che in moltissimi casi, anche se siamo sempre alla ricerca della purezza, è un cazzo di prodotto come la pasta Barilla"

Su come la radio sta affrontando le evoluzioni mediatiche...
"Spero che almeno la radio non cada vittima del web come è successo a case discografiche o alla televisione, spero che il quello che è stato il grande istinto pionieristico di chi faceva la radio negli anni settanta venga di nuovo fuori e non si faccia sbranare dalle nuove tecnologie".

Su come vivrebbe Rock Fm oggi...
"Accetterei di fare una cosa completamente nuova nella quale identificarmi"


26 febbraio 2014

Tributo a Billy HIcks




18 febbraio 2014

Come Out and Play (Offspring Cover) - Edo Rossi e Federica Sala (PGA - Stay Togheter for the Kids)

In occasione della pubblicazione del secondo disco del collettivo benefico "Punk Goes Acoustic", composto da più di 120 musicisti, ho chiesto alla mia amica Federica Sala di condividere la sua voce soul con la mia chitarra acustica e la mia idea di riarrangiare "Come Out And Play" una delle mie canzoni preferite degli Offspring eretta su un'insospettabile giro di basso blues.


 

12 febbraio 2014

"ROCK FM La radio, la vita" ha un nuovo ufficio stampa

Edo Rossi 
"ROCK FM La radio, la vita" 
Collana: Le Tormente – pp.gg. 176– Euro 14,00 – RIPROPOSTA 2014 

La storia di Rock FM la radio dalla voce di chi l’ha vissuta per 8 dei suoi 18 anni. Musica, storie, i musicisti che hanno cercato di salvarla. 

 “A Milano Rock FM era fondamentale” Manuel Agnelli – Afterhours 

Un’esperienza che può riguardare tutti. Emozioni in prima linea, musica e radiofonia di contorno. La passione per qualcosa in cui si crede, l’aver realizzato un sogno che poi è stato infranto, l’aver fatto delle scelte e le conseguenze successive, le dinamiche tra amici, colleghi, fratelli, genitori, figli, amanti, datori di lavoro e dipendenti. L’affetto ed il supporto di chi ti ama, lo scoramento e la frustrazione per la chiusura, per l’abbandono, il potente turbinio di emozioni che accompagna tutto questo. Le decisioni dei comandanti e degli armatori contrapposte alle azioni mosse dal cuore di chi stava in sala macchine. Di questo si parla in questo libro. Una serie di atti di vita che ha per cornice la storia di una radio pionieristica, nata agli inizi degli anni novanta e chiusa all’alba della crisi economica del 2008, e per colonna sonora il grande rock di tutti i tempi.

 L’AUTORE Edo Rossi- Classe ’75 con il mar Ligure nelle vene Edo Rossi vive alternando viaggi fisici e men¬tali tra Chiavari, Milano e qualsiasi altro posto crei stimoli, che sia il luogo di un con¬certo o una stanza dell’incoscio. Dj dal ‘93 si trasferisce nel 2000 a Milano per poter unire lavoro e passione. Il primo obiettivo è Rock Fm! Dopo diversi anni tra cuffie, microfoni, chitarre e batterie si ritrova a flirtare con la tastiera… quella del com-puter. A Milano diventa autore televisivo per Mediaset, Rai, Mtv, Deejay Tv e viene scelto come critico musicale per Rocksound, Rockstar e Tg Com. Pubblica il suo pri¬mo libro nel 2009 che viene premiato dal M.E.I. come miglior libro indies dell’anno. Non riesce a stare senza ascoltare o suonare musica. Beh no, qualche volta va anche a farsi una passeggiata al mare, a giocare a calcio a 7 con gli amici o a filosofeggiare con i suoi cerebrofriends tra le onde di un mare a doppio malto. Rock Fm è l’espe¬rienza umana che lo ha segnato di più. La sua chiusura lo ha costretto a mettere in discussione la vita personale e professionale e questo libro è anche un esorcismo a certi fantasmi che lo hanno tormentato per anni. Il resto è futuro non scritto.

Ufficio stampa Tsunami Edizioni 
Alex Pietrogiacomi – alex@tsunamiedizioni.it www.tsunamiedizioni.com