12 ottobre 2007

Walk like an egyptian 2 - Reportage e foto egitto.

Fantastico...stamattina, facendo colazione in un bar dove di solito non vado, ho incontrato un ragazzo che aveva problemi con l'i pod e chiccherando di cose tecniche scopro che è del Cairo...che coincidenze!

Dove eravamo???? ah già a Luxor.


La mattina seguente andiamo a visitare il famoso tempio di Karnak (che non è quello della foto) e vi assicuro che vederlo di giorno è molto più rassicurante. Tra me e me mi chiedo:" ma come cazzo è possibile che finiamo a visitare i luoghi più assolati d'Egitto sempre intorno alle 12 ???". Il tempio è maestoso e geometricamente impeccabile. Il tutto però è sempre più beige, ma con un po' di sforzo di immaginazione e l'aiuto della guida (che scopro che ha collaborato anche con La7 per un documentario) si riescono ad immaginarne i colori e gli ambienti quando brillavano i momenti di gloria di quel palazzo, anche se ciò che continua ad affascinarmi è come abbiano fatto a resistere così a lungo senza quasi essere stati toccati dall'uomo!
Una bella mano, va detto, gliela dà il fatto che queste costruzioni non soffrono l'erosione dell'acqua, ma solo dell'aria. Un'altra, che molti di queste opere sono state smontate dai luoghi semi allagati dal Nilo dove sorsero in origine e rimontati come un viillaggio della Lego in luoghi più asciutti. Pare comunque che a Luxor non piova da 4 anni. Sti cazzi...come a Bruxelles!



Il vaccino per altro non obbligatorio che ho fatto poco prima di partire che "occhio che magari un po' ti può debilitare", il dio sole che ha deciso di avvolgermi, un'indigestione di geroglifici e non so quali altri mille fattori si danno appuntamento nel mio stomaco e fanno accendere la spia della riserva. "Ragazzi, io o vado un po' all'ombra o dovrete costruire una piramide anche per me, mi raccomando seppellitemi con la mia Les Paul, con Appetite for destruction, una radiolina per sentire il Genoa e il numero di telefono della Canalis".
Mi rifugio nella hall dell'albergo più italiano che abbia mai visto in Egitto. C'è fresco, mi riprendo un po', ma con fatica, visto che l'ambiente sembra quello della sala d'aspetto del pubblico che sta per assistere a Buona Domenica. Con ancora nel naso il profumo da quattro soldi del similCostatino che avevo seduto vicino, parto per l'aeroporto in direzione Assuan.


Confesso che mi fanno morire dal ridere un sacco di cose. Quella che mi fa impazzire è che le guide pur essendo del posto, soffrono il caldo almeno tanto quanto noi. Ci è capitato un sacco di volte che ci spiegassero all'ombra di una tettoia quanto dovevamo sapere su quanto ci accingevamo a vedere e poi ci dicessero " noi vi aspettiamo li all'ombra a dopo".


L'Old Cataratt di Assuan è l'albergo nel quale Agatha Christie ha scritto "Assassinio sul Nilo", tanto che poi il film è stato ambientato prorpio li.
Esistono diverse suite dedicate a diversi personaggi importanti della storia inglese, data òa colonizzazione dell'Egitto nel '900. Curioso il fatto che quella dedicata ed abitata da Wiston Chuchill, sia più a buon prezzo che quella della scrittrice. Dai...un politico contro una scrittrice...eh si anche qui se ci fosse "buona domenica", farebbe ascolti boom!
Allungo 10 dollari al cameriere che mi spalanca le porte della suite della collega.
Non ho resistito.
Qui è dove Agatha Christie sfogava gli eccessi alimentari egiziani.


Il posto e la vista sono bellissimi e l'ambiente è un po' più ventolato grazie al fatto che l'albergo si affaccia sul Nilo, "dai che forse non patirò il caldo qui!"Le ultime parola famose...
La mattina dopo mi sveglio al grido di: "Hey no, portatemi ovunque, ma sul cammello non ci salgo!"



Perdo un'escursione e ne approfitto per riposare un po' in camera, dopo una notte passata a restituire al Nilo un mix, cucinato in modo forse un po' troppo elaborato, di prodotti che la sua fertilità dona alla popolazione locale.
C'è ancora un'ossesione che mi ronza nella testa da qualche giorno: "Abu simbel".
Il posto si trova ancora più a sud, quindi c'è ancora più caldo, ancora geroglifici e altri due aerei...non ce la posso fare. Sti cazzi! "Edo", "vacanza" e "non ce la posso fare" sono errore se scritte nella stessa frase.

Adrianaaaaaaaa!!!!!!!!

Ho scattato la foto che segue sulla strada per il ritorno alla navetta. Si trova nel backstage del tempio di Abu Simbel, perchè speravo che riuscisse a trasmettervi la mia sensazione. C'erano 41 gradi e io camminavo con la scioltezza di uno che sta affrontando una salita avvolto in piumino bagnato, praticmente mi sentivo una bustina di te, dopo essere stata sciolta e spremuta a bagno dell'acqua calda, poco prima di essere buttata via.

Ok, Egitto visto. Ora di corsa a Milano che c'è la fetsa della radio!!!!

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