14 dicembre 2009

Stand by M.E.I. parte prima

When the night....has come...and the land is dark... ah ah ah, no dai niente Radio nostalgia, ma musica indipendente. Qui in radio avrei fatto partire una base con qualcosa tratto da Catartica dei Marlene...immaginatevela...

Sono stato per la mia terza volta al Mei di Faenza. Dopo esserci stato in veste di "standista" per Rocksound e come musicista, nella tenda M, con The John Fear. Questa volta vengo destinato alla importantissima sala convegni. Sono li perchè "Percorsi Musicali Indipendenti" è stato nominato miglior libro indie dell'anno e devo ritirare il premio.

Il MEI mi impone sempre delle levatacce, seguite da qualche ora di autostrada.

Con qualsiasi condizione atmosferica, l'area che ospita il Mei finisce sempre per apparirmi nebbiosa.




Una volta accettato che il filtro/foschia viene provocato dalla stanchezza del mio Gulliver (così i drughi in arancia meccanica chiamano il proprio cervello), steso gentilmente all'interno dei miei occhi come un lenzuolo appena lavato da una splendida contadina alle 6 dei mattino, mi ritrovo seduto al tavolo alla conferenza, al termine della quale, riceverò il premio.

Confesso che il dibattito mi ha un po' deluso per via di questo feeling da "prima repubblica" che ho avvertito. Dai ragazzi, stiamo parlando della nuova tendenza di "leggere" la musica (non intendo le note musicali). Un po' di brio!!! Stiamo parlando di contaminazione dei media (audio/libri) con comune denominatore la musica...è un figata! Festeggiamo! No... ero l'unico con la lingua di Menelicche in bocca!





Al termine del dibattito, non c'è tempo per il mio parere. Sono dispiaciuto di non aver potuto ringraziare, usando finalmente la mia “splendida voce” (ride n.d.a.) non la mia discutibile tecnica scribacchina, chi mi avesse premiato e chi mi avesse fatto pubblicare e realizzare l'opera.

Conoscere di persona il patron del MEI Giordano Sangiorgi mi ha in parte amareggiato. Il tono delle conferenze che ho ascoltato non mi sembravano affatto rispecchiare il suo spirito (poi vi spiego perchè, ma come capirete in seguito, si tratta di un complimento). Forse è anche questo il bello: il Mei non è come Sanremo dove si ha l'aria di essere ospiti del direttore artistico o patron di turno e tutto andrà secondo i piani, qui qualcuno può anche viaggiare su frequenze diverse anche se vicine!

A molte delle tavole rotonde alle quali ho assistito, ho creduto di trovarmi all'interno di una cella delle torture nei sotterranei del palazzo del KGB di Vilnius nel periodo buio!



Il lamento degli incompresi saliva al cielo reso ancora più drammatico ed inquietante dalla pessima acustica della sala. Mi sembrava di avere davanti gli "uomini Eco" de " La valle dell'eco tonante", che con le loro bordate di rumore provocano frane e terrore....in questo caso, secondo me, solo rumore...


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