21 dicembre 2009

Reckless Road finalmente in Italia.

Gli amici di BD edizioni (dopo aver portato in Italia la bio di Slash) hanno pubblicato e tradotto per l'Italia il libro fotografico Reckless Road.

L'autore è Marc Canter, un vecchio amico di Slash che ha cominciato seguendo il chitarrista quando non si parlava ancora di Guns n roses, ma di stunt con le Bmx.
Slash è sempre stato appassionato di questo tipo di evoluzioni e fu proprio tra una rampa e l'altra che conobbe Steven Adler.


Marc ha poi continuato a portare con se ogni tipo di obiettivo, telecamera o macchina fotografica che fosse, ogni volta che l'amico si esibisse, sia con la bicicletta acrobatica sia con la chitarra.



Marc ha deciso di raccogliere in un libro tutti questi scatti che svelano il volto selvaggio dei Guns n Roses ritratti come degli animali nel loro habitat naturale: Sunset Boulevard!
Marc è stato per anni la persona che ha vissuto più a stretto contatto con la band ed è quindi una tra le fonti più autorevoli in grado di raccontare, anche solo con le immagini, quanto accadde in quegli anni infernali.



Il libro ha vinto la
Silver Medal come miglior Pop Culture Book in occasione degli Independent Publisher Awards 2008.

Pagine: 384, a colori

Prezzo: € 29,00

14 dicembre 2009

Stand by M.E.I. parte prima

When the night....has come...and the land is dark... ah ah ah, no dai niente Radio nostalgia, ma musica indipendente. Qui in radio avrei fatto partire una base con qualcosa tratto da Catartica dei Marlene...immaginatevela...

Sono stato per la mia terza volta al Mei di Faenza. Dopo esserci stato in veste di "standista" per Rocksound e come musicista, nella tenda M, con The John Fear. Questa volta vengo destinato alla importantissima sala convegni. Sono li perchè "Percorsi Musicali Indipendenti" è stato nominato miglior libro indie dell'anno e devo ritirare il premio.

Il MEI mi impone sempre delle levatacce, seguite da qualche ora di autostrada.

Con qualsiasi condizione atmosferica, l'area che ospita il Mei finisce sempre per apparirmi nebbiosa.




Una volta accettato che il filtro/foschia viene provocato dalla stanchezza del mio Gulliver (così i drughi in arancia meccanica chiamano il proprio cervello), steso gentilmente all'interno dei miei occhi come un lenzuolo appena lavato da una splendida contadina alle 6 dei mattino, mi ritrovo seduto al tavolo alla conferenza, al termine della quale, riceverò il premio.

Confesso che il dibattito mi ha un po' deluso per via di questo feeling da "prima repubblica" che ho avvertito. Dai ragazzi, stiamo parlando della nuova tendenza di "leggere" la musica (non intendo le note musicali). Un po' di brio!!! Stiamo parlando di contaminazione dei media (audio/libri) con comune denominatore la musica...è un figata! Festeggiamo! No... ero l'unico con la lingua di Menelicche in bocca!





Al termine del dibattito, non c'è tempo per il mio parere. Sono dispiaciuto di non aver potuto ringraziare, usando finalmente la mia “splendida voce” (ride n.d.a.) non la mia discutibile tecnica scribacchina, chi mi avesse premiato e chi mi avesse fatto pubblicare e realizzare l'opera.

Conoscere di persona il patron del MEI Giordano Sangiorgi mi ha in parte amareggiato. Il tono delle conferenze che ho ascoltato non mi sembravano affatto rispecchiare il suo spirito (poi vi spiego perchè, ma come capirete in seguito, si tratta di un complimento). Forse è anche questo il bello: il Mei non è come Sanremo dove si ha l'aria di essere ospiti del direttore artistico o patron di turno e tutto andrà secondo i piani, qui qualcuno può anche viaggiare su frequenze diverse anche se vicine!

A molte delle tavole rotonde alle quali ho assistito, ho creduto di trovarmi all'interno di una cella delle torture nei sotterranei del palazzo del KGB di Vilnius nel periodo buio!



Il lamento degli incompresi saliva al cielo reso ancora più drammatico ed inquietante dalla pessima acustica della sala. Mi sembrava di avere davanti gli "uomini Eco" de " La valle dell'eco tonante", che con le loro bordate di rumore provocano frane e terrore....in questo caso, secondo me, solo rumore...


Stand by M.E.I. seconda parte.


Facciamo sentire la nostra voce!!!! Si certo, ma non approfittiamone per autocelebrarci.

Siamo l'opposizione musicale italiana? Crediamo in quello che facciamo o vogliamo finire in televisione tanto come Marco Carta, ma facendo cose che piacciono a noi? Perchè dovrebbero piacere a tutti dal momento che non le facciamo per tutti? La finiamo di lamentarci del rissa show X Factor?


Che sia chiaro, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, perchè c'è stato anche chi non si espresso in questi termini e continuo a stimare l'ispirazione di Manuel Agnelli, la schiettezza e la sincerità di Fede Poggipollini, la saggezza di G, Maroccolo oltre ad altri dei quali non ricordo il nome, ma questo clima da eterni incompresi, sembrava essere predominante e impeccabilmente simile a quello di 15 anni fa. Anche il ragazzino pestifero che era questo movimento 15 anni fa, ora sembra aver messo la bici in garage e comprato un bel suv. Ho come l'impressione che 15 anni fa qualcuno abbia schiacciato 15 (anni) sulla fotocopiatrice delle nostre vite, di un testo che allora era interessante, ma ora andrebbe rivisto....speriamo non abbia schiacciato “20” in realtà.


Per non parlare del relatore della presentazione del mio libro avvenuta il giorno dopo la premiazione. Nonostante stessimo dalla stessa parte, sembrava piccato dal mio premio e non perdeva occasione per cercare di mettere in mostra i miei difetti, quasi come se non fossi umile abbastanza da riconoscere, come per altro ho sempre fatto, che non sono un autore di libri, ma un dj che ne ha scritto uno! Poi non mi sembra neanche che i giornalisti, solo perchè tali, debbano necessariamente essere dei bravi autori di libri...come ho detto in conferenza, sicuramente sono dei pessimi parlatori.


Vedo i miei amici di fronte allo schermo pronti a scrivere: "come minimo ti sei becciato la sua donna"... no no ragazzi no, ve lo posso assicurare.


Perchè "amarezza" di fronte a Giordano? Perchè avrei sperato di incontrare tanti lui durante il MEI e non è stato così! Ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad una persona spontanea, genuina e veramente appassionata. Mi ha stupito ricordandosi i nomi delle migliaia di band che si sono esibite nelle varie tende della manifestazione, trasmettendomi un sentimento di viscerale interesse per quello che è il MEI e un'apertura mentale assolutamente inedita. Mi ha tirato su di morale!


Questo è solo un complimento a lui e non una contestazione alla manifestazione che sia chiaro!

(Beh ad essere sinceri chi ha contribuito a tirarmi su di morale sono stati anche i rockfamiliari che mi hanno supportato che ringrazio con un fraterno abbraccio, il Capitano, Epish oltre ad editore avido ed editore grasso di Chinaski e i molti amici con i quali abbiamo passato il "tempo libero".)


Spesso ci si chiede cosa si possa fare per dare più voce alle realtà indipendenti.


NIENTE! Se si è scelto in partenza di non scendere a compromessi con le industrie del disco, credo che non si debba recriminare nulla. La rivoluzione deve partire da ognuno di noi sia quando ci si esprime artisticamente sia quando si fanno i budget. Sarà impossibile coordinarsi tutti anche perchè contestiamo molto chi ci comanda, ma noi saremmo migliori?

Che poi in Italia si viva sotto un regime di "censura" è abbastanza evidente, ma credo che il problema si possa risolvere solo con un profondo cambio di atteggiamento generale.

I poeti che potrebbero creare nuovi pensieri, non finiranno mai al potere. Siamo fottuti!

Anch'io ho detto la mia, forse anch'io sto facendo la stessa cosa, forse no, forse servirebbero punti di vista e anche delle "lamentele" più fresche!

08 dicembre 2009

Benzin!!!!

Ci sono cascato di nuovo...oggi martedì 8|12, mi sembra domenica. Io detesto questa sensazione anche quando è domenica, figuriamoci di martedì.

So che non sono il solo a soffrire la sindrome da jet leg domenicale, però è anche vero, che ritengo di essere un esemplare abbastanza atipico. Non una persona "contro" a tutti i costi, ma una che cerca una propria opinione, senza necessariamente abbracciare le teorie antagoniste...amo mettere in discussione tutto e soprattutto me stesso (qualche volta anche troppo, anche se alla fine non faccio così schifo!).

Coerentemente amo far festa mentre tutti lavorano, che sennò che gusto c'è ad uscire ed è tutto spento, ma amo "lavorare" quando gli altri fanno festa.

Forse "lavorare" non è la parola giusta, perchè ho ben chiara la differenza tra un'occupazione (che per altro momentaneamente ho) e la mia più che decennale esperienza come dj, ma sta di fatto che certe volte preferisco essere "impegnato" nei giorni festa.

Dopo serate come quella di ieri, smetto di chiedermi il perchè di certe cose.

Al Living Room ieri sera mi è capitato di provare una sensazione inaspettata.

Confesso che dopo le ultime esperienze fatte con il nome Patchuko al Mep, lo scorso inverno, dove la pulsazione della pista e l'intesa tra dj e dance floor non sembrava essere più la stessa, mi sono soffermato ancora una volta davanti ad un tema che più ha fatto viaggiare il mio gulliver in questo periodo, ossia quanto un sentimento sia destinato a durare.

Bisogna forse semplicemente scendere quando si è attraccati? E' meglio salire in cabina dal capitano e convincerlo a rendere più confortevole la navigazione? O magari è meglio montare delle vele per continuare a navigare (o nel peggiore dei casi, galleggiare) e non tornare a terra, anche se il carburtante finisce?

Non conosco la risposta giusta, anche perchè ognuno ha la sua.
Non so neanche quale sia il mio caso, ma è stato bellissimo tornare a provare quel sentimento che è unico in una serata "Patchuko" ! Certo, manacava qualcuno, e si sarebbe creata un'onda d'utro più volumionosa se avessimo incrociato ancora più raggi laser, (hai presente ghostbuster?), ma quello che ho sentito alla bocca dello stomaco, è stato un qualcosa di più che bello.
Sentire le proprie ossa avvolte dalla intensa energia che mi veniva vaporizzata addosso dalla pista e mi grondava dentro come condensa è stato rassicurante.

Forse servono tutte e tre glielementi che ho citato prima. Lasciare che le cose succedano....ma anche correggere un po' la rotta, senza preoccuparsi della mancanza di carburante perchè intanto ci sono le vele...si però poi bisogna sfruttare il vento per raggiungere un posto dove poter far rifornimento...beh con il patchuko, sento di aver rifatto il pieno!!
Grazie a tutti!